Non più di 6 anni fa siamo passati dalla nostra vecchia e stanca moneta nazionale a quella comunitaria. Il nuovo e fiammante Euro. Ma ancora le polemiche non si attenuano e penso che alcuni di noi, non abbiano capito molto, di quello che è successo al momento del passaggio.

Ci sono tre aspetti fondamentali, da prendere in considerazione: Il valore di passaggio, il potere di acquisto interno e la difficoltà psicologica incontrata dalla popolazione, nel trattare con la nuova moneta.

Per il valore di passaggio, trattato con gli altri paesi comunitari, molto prima dell´entrata in vigore della nuova moneta, si tratta di un valore di riferimento con le altre monete, che doveva interessare più l’interscambio commerciale con gli altri paesi comunitari, che una questione interna. Cosa che poi è stata invece usata per l’immensa truffa consumata all’interno del nostro paese.

Anzi a dirla tutta più il valore di riferimento fosse stato alto, meno i beni prodotti dalle nostre industrie sarebbero stati prezzati in euro per l’estero, facilitando in questo modo l’esportazione! Infondo se lo scambio tra lira ed euro fosse stato 3000 ad 1 un bene che prima valeva 3000 Lire, sarebbe stato prezzato un Euro avvantaggiandoci in tal modo nell’esportarlo. Un pò come le svalutazioni forzate degli anni 80 e 90.

Quello che è più importante, in una moneta, è il suo valore d’acquisto, che ci da quello reale che la moneta ha all’interno del mercato nazionale. Facciamo un esempio: Se con 1 pezzi base della moneta, voi potete acquistare 1 bene base del mercato, il rapporto sarà ( 1moneta 1bene ), se invece di monete ce ne vogliono due, sempre per lo stesso bene, il valore di acquisto si dimezza come si vede dal rapporto ora ( 1moneta a 1/2bene ).

Questo è suppergiù quello che è successo in Italia, al momento del passaggio tra la Lira e l’Euro, causato dalla presunta furbizia di una parte della popolazione, cioè quella responsabile dell’intercambio commerciale interno. Ma questa mia affermazione non significa nulla, se non meglio spiegata e qui entra in gioco il terzo aspetto, quello psicologico.

Vediamo di procedere con ordine.

La cosa che mi ha colpito di più, il due gennaio 2002, quando entrai in un negozio dove ero gia stato non più tardi del 31 dicembre 2001, è stato il vedere scritto sul cartellino prezzi di un prodotto in vendita ‘€ 1′, quando il suo prezzo, l’ultima volta che ero stato li, era ‘£ 1.000′.

Se bisognava riferirsi al valore del bene, nel passaggio tra le due monete, il suo prezzo sarebbe dovuto essere 52 cent. Facciamo il calcolo: 1€ = 1936.27£ da cui 1000/1936.27=0.51645 arrotondato per eccesso 52 centesimi di euro.

Proprio qui si è cercato di farci entrare il ragionamento che nessuno ci avrebbe fatto caso, equiparando la nuova moneta alla vecchia, in rapporto 1 a 1000 cioè 1€ = 1000£

Qui è subentrata la presunta furbizia e capacità psicologica degli addetti al commercio, a partire dai produttori, passando per i grossisti, fino ad arrivare ai rivenditori al pubblico. Se per la prima, molti furbi, oggi sono costretti anche a chiudere i battenti delle proprie attività, altri si sono arricchiti a dismisura, e sono quelli che meno c’entrano sia con la produzione che con lo smercio dei beni. Proprio i passaggi intermedi, sono quelli che se ne sono avvantaggiati di più. A discapito però del potere di acquisto del denaro che ha a disposizione la popolazione. Per la seconda, chi ci ha rimesso di più, sono stati quelli che nulla avevano a che fare con il commercio o l’artigianato e che anzi spesso sono pagati dai primi, come lavoratori subordinati.

Infatti, pensateci un attimo! Lo stesso commerciante che espose quel cartellino con su 1€ al posto di quello precedente di 1000£, come pensate abbia fatto i calcoli per la busta paga dei suoi presunti dipendenti? 1000£ = 1€ o 1936.27£ = 1€ ?

Prima di arrivare alle cause, che hanno fatto si che questo problema non fosse ristretto a pochi casi, ma che abbia coinvolto nello stesso tempo, tutta la nazione, sicuramente originato da uno scellerato patto tra gli addetti del settore, patto stipulato ben prima dell’entrata in vigore della nuova moneta, vorrei prendere in considerazione, una possibile soluzione che è stata ipotizzata.

Mi ha fatto ridere a crepapelle la proposta di un tizio, ritenuto da alcuni un grande economista. Fare l’euro di carta. Pensateci un po’, uno di voi entra in un negozio e tira fuori il bellissimo e fiammante Euro di carta e il negoziante, lo vede e gli si genuflette ai piedi dicendo, ossequioso: “Carissimo, siccome hai la carta, al posto delle moneta, ora ti faccio un bello sconto del 50%” Voi ci credete?

Il perchè questo problema è stato così diffuso, da far presupporre un accordo tra tutti quelli che hanno potuto avvantaggiarsene, è molto dipeso dal fatto che non è stato messo in essere nessun controllo, su quello che stava succedendo. Anzi! Se precedentemente erano stati istituiti degli organi preposti proprio a questi controlli, poi questi sono stati smantellati proprio all’ultimo momento, cosa che farebbe presupporre una connivenza tra la struttura amministrativa e quella economica. Dicendola in parole povere, tra il governo di allora e le lobbies del settore.

Mi ricordo quello che era allora il presidente della Confcommercio ( Scusate io non ho molta memoria per quello che riguarda i nomi, per cui essendo in dubbio sul suo, non lo scriverò.) In un suo intervento ad una platea di suoi iscritti, non ricordo se in Puglia o in Basilicata, qualche anno fa, forse nel 2004 disse: “Non possiamo abbassare i prezzi! Sarebbe come ammettere, nei confronti del popolo italiano, che fin’ora li abbiamo truffati” Anche se i prezzi non li hanno abbassati, almeno la sua non ammissione, è sicuramente vera.

Una battuta rispetti a chi ha sempre affermato che la colpa è dell’Euro, come se il nome dato alla nostra moneta fosse rilevante rispetto a quello che si può acquistare con essa. Scusate, ma se la avessimo chiamata PinoPallino, che sarebbe successo?

Insomma quello che è successo è che per colpa di questi comportamenti, si è praticamente dimezzato il potere reale dei nostri soldi.

Come fare per porvi rimedio? Amici, credete forse nei miracoli?



palfen 09 10 2007